Brutte giornate

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Nella mia malattia ci sono anche quei giorni, quelli no. Non sono tutte rose e fiori, in mezzo ci sono anche parecchie spine. Venerdì è stata una di quelle giornate.

Non sto a descrivervi tutti i sintomi perché ancora né io nè i medici abbiamo capito l’essere di questi episodi sporadici, né tantomeno la causa. Io li chiamo svenimenti, perché perdo tutte le forze e non riesco più nemmeno a stare seduta, tenere gli occhi aperti o parlare; però rimango cosciente per tutto il tempo e capisco ciò che sta accadendo. Il tutto accompagnato da dolori addominali lancinanti e senso di vomito. Questi momenti, iniziati diversi anni fa, prima erano frequenti e brevi, ora fortunatamente sono più sporadici ma parecchio lunghi (10-15min). E quindici minuti mentre stai male e fatichi a prendere aria sono impegnativi. Finito l’episodio mi metto a dormire e quando mi risveglio sto bene,  nel senso che mi sento spossata e ho bisogno di rimanere a letto tutto il giorno,  però è tutto ok. Ogni volta ricevo due insegnamenti da questi ostacoli:

– come in un test viene misurato il coraggio, il mio stare bene con me stessa, se ho fatto tutto il possibile. Affronto una sorta di somma dei mesi trascorsi, e questo mi sprona a dare il massimo, perché quando arriverà il bilancio finale vorrò essere soddisfatta

– colgo la bellezza collaterale, quell’emozione che pur essendo in un momento traumatico ti fa scorgere la magnificenza di respirare di nuovo, osservare le pareti del bagno, parlare e ascoltare anche i più piccoli suoni

Anche le rose più rigogliose per crescere e sbocciare hanno bisogno di spine.

4 commenti su “Brutte giornate”

  1. Grande Giorgia, ogni giovane di oggi dovrebbe leggere queste bellissime parole, che in fondo questa è la vita, senza se e senza ma. Grazie per la tua tenacia.

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