Oggi voglio condividere con voi una considerazione maturata in questo periodo di volontariato al Centro Disturbi del Comportamento Alimentare di Pesaro.
Già altre volte abbiamo parlato di come il corpo non determini la bellezza, dato che essendo nell’ambiente vedo e parlo spesso con persone che nonostante la disabilità sono fidanzate o sposate. Ma con quest’esperienza ho avuto l’opportunità di trovarmi in un ambito diverso e godere di una prospettiva esterna. Per cinque mesi ogni giovedì mi sono recata al centro di riabilitazione “Galantara”, dove si teneva l’equipe del personale con psichiatra, psicologi e nutrizionisti, professionisti, tirocinanti e volontari. Ascoltare storie di ragazze/i e adulte/i, tentare di comprendere i meccanismi ricorrenti, scegliere un piano terapeutico adatto. Oltre ad arricchirmi come persona, stimolarmi ancor più a non giudicare all’apparenza ed educarmi all’ascolto, mi hanno confermato che la bellezza sono l’imperfezione e la particolarità. Pazienti con il corpo e la mente consumati dalla malattia, con un elevato grado di obesità o un’estrema anoressia, che possono in entrambi i casi portare al decesso. Questo non negava assolutamente chi erano, perchè il cardine di tutto sono le emozioni, l’animo e il carattere.
Qualcuno mi ha insegnato come la bellezza non è ciò che si ha da offrire, ma quello che si è.